Perchè ascoltiamo Metal?


Perché ascoltiamo Metal?
Un genere nato negli anni ’70 ed evolutosi fino ad oggi, diramandosi in migliaia di generi e sottogeneri.
Ma perché amiamo e veneriamo tanto queste chitarre distorte, questi bassi spaccatimpani e queste batterie così massacranti?
La risposta è da cercare nella mente di chi lo ascolta, ma anche, soprattutto negli eventi storici.
Gli anni ’70 erano quelli in cui tutto è iniziato: si scioglievano i Beatles, muoiono Hendrix, Joplin e Morrison, e iniziano a nascere le prime band storiche, come Ac/Dc, Queen e Black Sabbath. 
Nel mondo c’era il caos: colpi di stato, inizi di guerre che continuano ancora oggi, attentati terroristici: ed è proprio per  questo che la musica serviva da valvola di sfogo, una via di fuga dalla brutta realtà che circondava i nostri padri.
Gli anni ’80 non hanno di certo cambiato le sorti, anzi: ribellioni, Tienanmen,  bombe e vino avvelenato, la guerra civile in Libano. Ma è proprio in questi anni che il metal vede la sua massima espansione: mentre il mondo impazziva, la musica si faceva più pesante e cupa. Nascevano i Metallica, i Mayhem, band come Iron Maiden e Black Sabbath crescevano e diventavano anch’esse più pesanti, adattandosi ai bisogni dei fan.
Fino agli anni ’90: la crisi economica giapponese, la Guerra del Golfo, Jeffrey Dahmer, la morte di Falcone e Borsellino (e siamo solo al 1992). Di conseguenza, anche le esigenze di musicisti e ascoltatori cambiano. Il mondo si apre, e si apre anche il metal. I Metallica cambiano drasticamente genere con l’album omonimo,  conosciuto anche con il Black Album, nasce il Grunge, il Nu Metal, e i Red Hot Chili Peppers.
L’ascoltatore medio è stanco della negatività e della pesantezza. Il metal cambia, si adatta a questa richiesta, accogliendo il Rap nelle sue influenze, genere che impazzava proprio in quegli anni grazie ad artisti come 2Pac e Notorious B.I.G.. Allo stesso tempo il metal inizia a cambiare, mentre il “Mainstream” diventava più leggero, nascevano le prime band estreme e tecniche, come Slipknot o Dream Theater.
E giungiamo ai sottovalutati anni 2000. Bush diventa Presidente degli Stati Uniti, la mucca pazza impazza (scusate il gioco di parole) in tutta l’Europa, si diffonde la SARS in Asia, e abbiamo l’attentato alle Torri Gemelle.
Ma nasce Internet, lo sviluppo tecnologico tocca vette inimmaginabili. Di conseguenza, la musica entra nelle case di tutti, diventando fruibile a chiunque avesse una connessione.
Con l’avvento della tecnologia, appunto, la musica inizia ad evolversi seriamente. Se fino ad ora si era semplicemente evoluta a livello compositivo, negli anni 2000 abbiamo la massima maturità delle band ormai diventate storiche, mentre le nuove leve introducevano, tra chitarroni distorti e batterie martellanti, effetti elettronici e tastieroni diversi da quelli degli anni ’80.
Tutto questo dimostra quanto l’ascoltatore medio aveva bisogno di evadere, di sentirsi estraneo a tutto quello che lo circondava, e i musicisti provavano la stessa cosa. Giravano il mondo, vedevano quel che non andava, ma riuscivano ad estrapolare il meglio della situazione, allietando le menti confuse dei fan. Certo, la musica lasciava trasparire sempre negatività e depressione, ma la costante ricerca della originalità e della tecnica “perfetta” portava lontana la mente dai veri problemi.
Gli anni 2010 non li cito, in quanto ancora in corso e stracolmi di eventi. Sicuramente tra 4 anni aggiornerò questo articolo, perché di roba da dire ce n’è davvero tanta. Troppa.
Concludendo, quindi, ascoltiamo metal proprio per questo. Uno studio rivelava che la mente dell’ascoltatore medio metallaro ha un QI più alto della media, e quindi siamo alla costante ricerca di emozioni forti, tecnica sopraffina e emozioni “nere”, cose che musica come Pop o House non potranno mai comunicare (con tutto il rispetto). Ascoltiamo Metal per evadere, per crearci una realtà parallela che dura in media 50 minuti, in cui ci sentiamo al sicuro, ci sentiamo noi stessi. E ci prepara al ritorno nella realtà, rendendoci più forti e sicuri di noi.
Grazie Metal.

Antonio R. 


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